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Bari: benvenuto all’Italiana. The Sustainable European Tour, Giorno 7.

Ritardi, code, tempi di imbarco infiniti e notti insonni. Il viaggio da Bar a Bari era la mia prima esperienza su un traghetto a media percorrenza, ed è stata traumatica.

Voglio riassumere così la mia esperienza con la nave Dubrovnik, Jadrolinija. Una traghettata, della durata prevista di 10 ore, si è trasformata in un incubo. Iniziato alle 18 e conclusosi alle 9:30 del giorno dopo. Non capisco come mai, nel 2017, il sistema di imbarco e sistemazione passeggeri sia rimasto così arcaico.

La sistemazione passaggio ponte, oltre ad essere la più economica, è quella che scatena una vera “guerra tra poveri” per assicurarsi uno spazio, sui ponti superiori della nave, in cui stendere il proprio sacco a pelo. Ai meno fortunati ed ai ritardatari, tocca dormire sul ponte esterno.

Arrivato a Bari alle 8:30, riesco a scendere dalla nave verso le 9:30 e mi incammino verso il centro in cui mi concedo, finalmente, un buon espresso. Bari vecchia è un labirinto di stradine, in cui mi perdo diverse volte. La cosa, però, non mi dispiace, anzi, mi permette di scoprire delle stradine molte suggestive che mi conducono fino alla cattedrale della città. Bari mi piace. Mi ricorda Reggio Calabria per alcuni aspetti, ma penso sia una cosa comune a molte città del sud. Ma, a differenza di quest’ultime, trovo Bari abbastanza pulita.  Finalmente, in attesa del mio Blablacar, mi concedo dell’ottimo cibo Italiano.

La visita della città, per quanto breve, mi ha fatto dimenticare l’orrenda nottata ed affronto le 4 ore di macchina, che mi separano da Tropea, in modo piacevole.

Durante il tragitto, rifletto sulla differenza degli ultimi due mezzi di trasporto utilizzati. Un traghetto, costruito negli anni 90, su cui vengono stivate persone, macchine e tir come animali e Blablacar uno degli esempi della sostenibilità e dell’efficienza della sharing economy.

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